Abbiamo visto in un articolo precedente quanto strutture di
accoglienza per LGBT possa impedire violenti scenari di omofobia e quanto
questi casi purtroppo ancora oggi si verificano e numerosi. Le case rifugio
sono già una realtà qui in Italia e nel mondo. Ovviamente si tratta di
strutture private nel senso che se ne fanno carico delle associazioni LGBT.
Inutile dire che se lo Stato si facesse carico di luoghi simili queste
avrebbero a disposizioni maggiori risorse. Intanto però l'iniziativa del singolo
individuo spinge la società verso il suo miglioramento, favorendo la
sensibilizzazione circa certe esigenze. Ecco dunque cinque case rifugio per
LGBT private già esistenti.
1) MILANO
La giunta Pisapia al Festival dei Beni confiscati alle Mafie
ha annunciato che una serie di strutture confiscate alla mafia diventeranno
centri di accoglienza per persone in difficoltà e fra queste ci sarà anche una
casa di accoglienza per LGBT discriminati dalle famiglie.
2) GINEVRA
A Ginevra l'associazione Dialogai offre dai 3 ai 6 mesi di
accoglienza ad individui LGBT che vivono gravi situazioni di disagio ed
omofobia nel proprio contesto familiare. In cambio gli ospiti si impegnano a
partecipare alle attività e a mantenere in ordine le camere. Nella struttura ci
sono una serie di professionisti atti a far superare loro il trauma psicologico
e ad aiutarli nel reinserimento lavorativo e sociale.
3) NAPOLI
L'Associazione I-Ken ha realizzato, con una serie di fondi
statali, una casa rifugio all'interno di una struttura confiscata alla camorra.
Per favorire la creazione di attività atte alla formazione degli ospiti i
volontari hanno avviato una collaborazione con la Federico II.
4) TIRANA
In Albania è nata Streha, una casa di accoglienza per
persone LGBT vittime di violenza omofobica. Nasce grazie alla collaborazione di
due associazioni ossia Alenca e Pro LGBT. Ha collaborato anche l'ambasciata
statunitense e la fondazione britannica Albert Kennedy Trust.
5) ROMA
Anche nella nostra capitale c'è una struttura del genere. Si
tratta della Refuge. I primi ospiti al Corriere della Sera hanno raccontato di
essersi ritrovati in strada, soli e senza un centesimo in tasca e che solo
grazie a questa casa di accoglienza per LGBT hanno potuto riprendere in mano le
redini della propria vita.
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