Il drone svolazzò per i balconi di Napoli. Con la dovuta
attenzione sfiorò i celebri indumenti stesi ad asciugare al sole. Gli sguardi
di Vittorio e Sergio lo seguivano con attenzione. <<Vedrai>>
esclamò il primo: <<Quest'idea mi renderà ricco!>>. L'uomo era
un'artista in cerca di fama. Aveva spiegato al suo interlocutore che aveva
intenzione di realizzare delle foto dall'alto della città.
<<I critici adorano quando le nuove tecnologie si
mescolano alle istallazioni!>> Sergio, suo amico d'infanzia, ispettore di
polizia, non aveva ben capito cosa intendesse fare l'artista, ma sapeva, e in
cuor suo sperava che gli consentisse di raggiungere la fama al più presto. La
suoneria del suo cellulare però lo riportò alla realtà. Spinto il telefono
all'orecchio, ascoltò con attenzione ciò che gli veniva comunicato mentre le
rughe sulla fronte si crucciavano.
<<Arrivo!>> Sergio dovette fare poca strada,
anche se le arterie del centro erano decisamente occluse. Il traffico era in
tilt, così come lo erano gli abitanti del posto. Un efferato omicidio aveva
sconvolto la quotidianità di tanti partenopei. Sui quartieri spagnoli una donna
era stata brutalmente ammazzata per strada, in un vicolo buio che diramava da
via Toledo. Il corpo era stato ritrovato da un venditore abusivo, in fuga dalla
finanza. Giunto sul luogo del delitto,
l'ispettore dovette allontanare un'orda di curiosi, prima di incontrare due
giovani agenti.
<<Si chiamava Enza Ondina, aveva 39 anni, due figli e
un marito. Lo stiamo rintracciando per interrogarlo!>>
<<Bene!>> rispose Sergio, senza togliere lo sguardo dal corpo
martoriato di quella povera donna. Di lì a poco si inginocchiò sul cadavere,
cercando qualsiasi cosa potesse essere d'aiuto. L'assassinio era stato brutale.
Quella scia di sangue che usciva dal cadavere formava una curva sull'asfalto.
Sarebbe rimasta lì per diverso tempo, pensò l'ispettore!
D'un tratto qualcosa attirò la sua attenzione. Dalla tasca
del pantalone della povera donna, un foglietto penzolava distratto. Lo aprì e
lo lesse rapido: <<Si è spenta Vincenza Ondina, donna adultera, moglie
infedele!>> La sua mente lo portò subito al coniuge, soltanto però per
scagionarlo da ogni accusa. Quanto infatti sarebbe stato stupido nel lasciare
un indizio così evidente! Tuttavia avrebbe voluto interrogarlo e tenerlo sotto
torchio per due ragioni.
In primis perché tanti anni di esperienza gli avevano
insegnato quanto fosse sbagliato sopravvalutare l'essere umano e quanto l'ira
possa accecare un individuo. E poi perché il colpevole poteva essere una
persona vicina al marito di Ondina, una sorella troppo premurosa, un amante
stanca di essere tale, un amico folle. Insomma la vita di quella coppia andava
passata al setaccio.
Tornato subito in centrale, aveva chiesto agli agenti se
avessero contattato il principale indiziato. L'uomo, che rispondeva al nome di
Fabio Solimeno, risultava irraggiungibile. Le due figlie non sapevano dove si
fosse cacciato. Sergio chiese agli agenti se avessero a disposizione una foto
dell'indiziato: gli era venuta un'idea. Sfruttare il drone di Vittorio, per
cercare di rintracciare il presunto assassino, senza scomodare i chiassosi
elicotteri della polizia, che avrebbero potuto spingere l'uomo ad una fuga più
precipitosa e folle.
Al contrario egli doveva sentirsi al sicuro. Preso il
cellulare, Sergio iniziò a digitare i primi numeri, quando l'operazione venne
nullificata da una chiamata in arrivo. Si trattava del vicequestore Borrelli,
suo superiore. Era fuori città per dei convegni e con buona probabilità aveva
letto i notiziari o gli era stato riferito di quel che era successo a Napoli.
<<Manco da meno di 24 ore e si scatena l'Inferno!>> <<Non sia
drastico, su!>> <<Due morti, entrambi brutalmente lacerati e dici
che esagero?>> <<Come due
morti?>> <<Si ... ti chiamavo per questo. Hanno trovato il cadavere
di un extracomunitario, in una stradina che collega piazza Carità con Monteoliveto.
Pareva un caso come un altro ma ci sono delle cose che mi hanno spinto a
telefonarti! Anche in questo caso è stato trovato un bigliettino! Anche in
questo caso le pugnalate hanno fatto in modo che dal corpo uscisse una scia di
sangue, dalla stessa identica forma semicircolare. E la vittima da molti è
stata indicata come l'amante della signora Ondina!>>
Sergio si precipitò sul luogo del delitto. Durante il viaggio
telefonò l'amico artista. <<Ti do l'occasione della tua vita>>
aveva debuttato fra l'ironico e l'entusiasta. Vittorio ascoltò con attenzione
ed accettò di buon grado. Il corpo del povero nigeriano aveva subito la stessa
identica sorte della povera Enza. Un agente della polizia si avvicinò per
consegnarli il bigliettino rinvenuto. Stessa grafia, stesso stile. <<Si è
spento Taiwo Tokunbo, ragazzo privo di scrupoli, spacciatore di droga ai
minori!>>
<<Inizialmente ...>> cominciò a spiegare uno dei
poliziotti intervenuti sul caso: << ... abbiamo pensato ad uno sfondo
razziale. Qui a pochi passi c'è la sede di un noto partito neofascista e di
recente c'è stata una strana escalation di violenza xenofoba! Il bigliettino
però ci ha fatto ricredere ed abbiamo contattato subito il
vicequestore.>> <<Avete fatto benissimo!>> replicò
l'ispettore, mentre pensava quanto stupida ed istintiva possa essere la mente
umana. <<Anche noi abbiamo pensato a Solimeno, però quel bigliettino
...>> << ... quando ha capito di aver fatto un inutile passo falso
con il primo foglietto, ha cercato di depistarci col secondo! Lo spaccio non
c'entra nulla: è un omicidio passionale!>>
Bip. Un messaggio sul cellulare di Sergio. "Via Camicione."
Mittente: Vittorio. Il drone si era rivelata un'ottima idea. Da quelle parti vi
era infatti una lunga serie di bar, paninoteche e quant'altro e forse, spinto
dalla fame, l'uomo stava cercando di rifocillarsi in fretta e furia, per poter
poi riprendere la sua fuga. Quella era un'occasione d'oro. Di lì a poco arrivò
anche la foto che lo ritraeva intento ad entrare in una di queste attività,
confermando dunque la tesi dell'ispettore.
Questi si precipitò lì in borghese, senza sirene e auto di
servizio. Parcheggiò appena una ventina di metri dal posto, per avere una buona
visuale, per non incorrere nel rischio di essere adocchiato dal sospettato e
per avere così il tempo materiale per organizzare la mente. Appostatosi
lentamente all'angolo, facendo finta di nulla, teneva con la coda dell'occhio
sottocontrollo l'ingresso del negozio. Fu davvero questione di secondi! L'uomo
apparve, confuso tra la folla, ma Sergio riuscì a fissarlo sotto la sua
prospettiva. Nel giro di pochi secondi il fuggitivo si trovò una pistola
puntata dietro alla nuca. Mentre cominciarono ad emergere grida di terrore,
l'ispettore pensò bene di gridare: <<Fabio Solimeno. Ti dichiaro in
arresto per duplice omicidio!>>
E mentre gli astanti si calmavano, i polsi dell'assassino
venivano adornati con le manette. Giunto rapido alla centrale, portò il
sospettato nella sala degli interrogatori. Gli agenti avevano fatto un ottimo
lavoro, scavando nella vita privata dell'indiziato. Erano emersi dettagli
davvero interessanti. <<Sui social ha postato una serie di dichiarazioni
misogine. Mi colpisce in particolare questo post. Per lei le donne, specie di
sinistra, sono favorevoli all'integrazione ... solo per una questione di ...
"dimensioni", non è vero?>> <<Sono innocente!>>
rispose balbettante l'uomo. <<Vedo che ha anche simpatie per l'estrema
destra o sbaglio?>> <<Questo non fa di me un colpevole! Ognuno è
libero di pensarla come meglio crede!>>
D'un tratto entrò Amalia, un'altra ispettrice, bella collega
di Sergio. <<Lei può andare!>> disse al Solimeno che si alzò
nell'immediato, fra il contento e il confuso. Appena uscì fuori l'uomo,
l'agente fece per chiedere spiegazioni alla donna, la quale però ebbe la
prontezza di precederlo! <<Mentre lo stavamo interrogando, il colpevole
stava agendo nuovamente!>> <<Di che stai parlando? Potrebbe
trattarsi di un complice o di un mitomane!>>
La donna sbuffò, facendo capire che non erano in arrivo
buone notizie! <<Vittorio stava gironzolando col suo drone, quando dallo
schermo del suo apparecchio, gli era apparso un uomo intento a scrivere un bigliettino.
La grafia e lo stile del messaggio era lo stesso dei due precedenti che abbiamo
trovato. Il tuo amico si è accorto che questo personaggio era poco distante da
lui ed ha pensato di raggiungerlo per poi seguirlo, cercando di evitare un
altro omicidio. Solo che si è fatto scoprire ed è stato accoltellato! Purtroppo
il fuggitivo ha portato con se il telecomando del drone e dunque di lui non si
ha alcuna immagine. Inoltre in ospedale Vittorio non ha saputo
descriverlo.>>
Sergio si sentì travolgere dai sensi di colpa. Aveva spinto
il suo amico in un'avventura impreparato ad affrontarla. Ora però aveva un solo
obiettivo: individuare il carnefice. <<Si tratta ...>> aggiunse
Amalia: << ... sicuramente di un fatto seriale. Stiamo già contattando il
nostro esperto di fiducia, per capire se stiamo di fronte ad un serial killer
psicopatico, oppure se ci sono altre ragioni dietro a questa scia di sangue.
Una cosa è certa: potrebbe esserci un altro assassinio!>>
La porta della sala interrogatori fu spalancata nuovamente.
Un giovane agente aveva delle importanti novità da comunicare: <<Alcuni
testimoni hanno identificato l'aggressore: Fabio Pistucci!>>
<<Questo conferma la pista seriale!>> commentò subito l'ispettrice.
Il ragazzo era infatti noto nel quartiere per alcuni suoi problemi psichici. A
causa delle sue turbe era spesso scaduto in vere e proprie aggressioni. Su di
lui pendevano già diverse denuncie. Aveva trascorso anche qualche settimana in
galera, tuttavia non era mai giunto ad una violenza così efferata!
<<Natalia, la sorella ...>> aggiunse impacciato
il ragazzo: << ... è qui! Ha saputo delle voci, sa che stiamo cercando il
fratello e vuole parlarvi!>> << Una sola domanda ... >>
aggiunse tranquillo Sergio a quella conversazione: << ... ma Fabio è
sparito effettivamente?>> <<Si! Lo stiamo cercando!>>
L'ispettore si alzò lentamente, ancora stanco dei recenti avvenimenti, per
recarsi dalla sorella del Pistucci! Angelica, questo il suo nome, era travolta
dalla disperazione.
Tremante, con voce stridula, tentò di spiegare che suo
fratello aveva turbe che lo rendevano debole ed inefficiente, non pericoloso.
<<E le aggressioni a suo carico?>> <<Questa città è piena di
cretini. Vedono una persona con disturbi e pensano di poterlo deridere a loro
piacimento. Siamo in causa e l'avvocato dice che con buona probabilità, tutte
le accuse cadranno!>> <<Beh se io vendessi t shirt le farei credere
che sono tutte di ottima qualità, non crede?>> <<Mio fratello non
ha mai aggredito nessuno!>> <<Questi disturbi col tempo s'intensificano,
a pari passo con l'ossessione! Avrebbe dovuto mettere in conto ciò! Lei lo sta
curando? Perché non è in una clinica specializzata?>>
<<Si, lo sto curando! E non voglio rinchiuderlo! Fabio
è un bravo ragazzo!>> Sergio avrebbe voluto replicare ma con un gesto fu
chiamato da Amalia. << Hanno trovato un'altra vittima!>>
<<Dove?>> rispose incredulo l'ispettore: <<Piazza
Garibaldi!>> <<Ci sta facendo fare il giro di mezza Napoli. Stesso
modus operandi?>> <<Pare proprio di si!>>
L'intera città fu sottoposta a rigidi controlli. Non solo
c'erano posti di blocco ovunque, non solo gli elicotteri ora ricoprivano il
cielo di Napoli, ma tanti uomini in borghese tappezzavano le strade della
città. Tutti aventi un solo obiettivo: arrestare Fabio Pistucci ed impedire
ulteriori omicidi. Sergio e Amalia si erano intanto recati sull'ennesima scena
del crimine.
Antonio Piccolo giaceva lì, martoriato come gli altri
cadaveri. Anche in questo caso c'era un biglietto con su scritto: Si è spento
Antonio Piccolo, marito alcolizzato, giocatore incallito. Sergio non poté che
costatare l'ovvio e rientrare in centrale per ascoltare l'opinione dell'esperto
a riguardo, affidandosi alle capacità di tutti gli uomini che erano stati
scelti per sorvegliare Napoli.
Con lo psichiatra infatti si poteva escogitare un modo per
attirare il carnefice e fargli fare un passo falso. Prima però doveva passare
per l'ospedale, laddove era ricoverato l'amico, accertandosi così delle
condizioni. <<Dove hanno portato Vittorio?>> <<Al
Cardarelli!>> rispose la collega di sempre.
L'ispettore stava per recarsi lì quando la stessa Amelia lo
frenò con un braccio. Aveva appena portato il cellulare all'orecchio. Uno
sguardo torvo e severo, inceneriva ed impressionava Sergio. <<Va bene,
d'accordo!>> disse la donna, prima di chiudere la chiamata: <<Mi
dici che ti è saltato in mente?>> <<Che è successo?>>
<<Hai affidato un incarico ad una persona poco stabile!>>
<<Mi dici che è successo?>> <<Vittorio è scappato
dall'ospedale, ecco cosa è successo!>> <<E perché mai lo avrebbe
fatto?>> <<Per cercare il telecomando del drone! Dice che non può
permettersene un altro e che vuole andarlo a riprendere!>> <<E
quando avremo trovato Pistucci, glielo avremmo restituito!>> <<Lo
spieghi a me?>>
Sergio rimase in silenzio, atterrito! Il suo amico era
sempre stato una testa calda, una persona strana eppure si aspettava che un
compito così delicato lo avrebbe responsabilizzato. Ed ora non sapeva cosa
fare, se recarsi dall'esperto oppure cercare l'amico. Scelse alla fine di
telefonarlo, nella speranza che l'artista rispondesse. <<Sergio!>>
<<Che diamine stai facendo?>> <<Sto bene!>> <<Ti
rendi conto che sei fresco operato?>> <<Non importa!>>
<<Lo troviamo noi il drone!>> <<Ti hanno detto
questo?>> Un attimo di silenzio.
Ora era Sergio ad annientare Amelia con gli occhi:<<Mi
dici che sta succedendo?>> <<So dove sta andando! So chi è la
prossima vittima. All'ospedale non volevano lasciarmi andare ed allora sono
fuggito via!>> <<Dove?>> <<Vico Trinchera! Riona Jones!
Si tr ...>>
La linea cadde, facendo sprofondare l'ispettore in un stato
d'inquietudine. <<Vieni con me. Ti spiego in auto!>> Quegli attimi apparvero interminabili. Quando
l'auto infilò il vicoletto, posto proprio dinnanzi allo storico tribunale
partenopeo, i due sentirono l'adrenalina schizzare al massimo. Da un lato la
possibilità di afferrare il carnefice, dall'altro la concreta possibilità di
evitare un'ennesima ed inutile strage, faceva sentire i due agenti irrequieti e
nervosi.
Scesero dal veicolo e si avviarono nella stradina. Il sangue
si gelò però nel notare la solita orda di curiosi. Quando Amelia e Sergio si
avvicinarono, tutte le peggiori paure divennero realtà e non solo. A terra
giacevano due corpi, entrambi brutalmente colpiti: quello della giovane Riona e
quello di Vittorio, l'amico di Sergio.
Gli occhi dell'ispettore si riempirono di lacrime. Con un
gesto di stizza cercò, trovò e prelevò l'ennesimo bigliettino, con su il solito
necrologio. Per la prima volta la vista di quel foglietto sporco di sangue lo
disturbò oltremodo. E solo ora si rendeva conto che quegli schizzi macchiavano
parte delle lettere, con cui erano formate le parole del solito messaggio. Il
dolore era capace di aprire la mente delle persone, pensò sconfortato l'uomo.
Un rumore d'un tratto attrasse la sua attenzione. Dall'alto
stava calando il drone dell'amico. Un guizzo, un intuito, sconvolse il suo
rumore. Nevrotico cominciò a ricercare al di sotto del corpo di Vittorio se ci
fosse il telecomando con lo schermo incorporato, mentre Amelia si apprestava a
raccogliere il piccolo elicottero e a chiamare in centrale.
Pochi secondi e Sergio si ritrovò quel telecomando fra le
mani. Ne era convinto: poco prima di morire l'amico aveva trovato un modo per
fargli trovare il carnefice, Fabio Pistucci. Quasi come se quello strumento
fosse stato programmato a questo scopo, lampeggiò accendendosi ed avviando una
piccola clip.
Le prime immagini che apparvero furono proprio quelle dei
foglietti incriminati. E solo ora si rendeva conto che ognuno di questi aveva
delle lettere insanguinate. La foto lasciò però subito il posto ad uno scatto
che ritraeva Napoli dall'alto. Sergio non credeva ai suoi occhi. Le scie di
sangue che fuoriuscivano dai cadaveri, se ritratte dall'alto, formavano un cerchio
preciso.
D'un tratto dall'apparecchio fuoriuscì l'inconfondibile voce
dell'amico:
"Ti presento il mio primo ed ultimo capolavoro. La vita
mi ha presentato solo bocconi amari sempre più difficili da digerire. Ed ora ho
deciso di dirle addio, consacrandomi alla gloria. No a quella fatta di denaro e
premi, ma quella fatta del riconoscimento della propria genialità. Quando ti
hanno chiamato, sapevo che era per l'omicidio di Enza Ondina. Tutto è stato
studiato nel minimo dettaglio, persino l'anatomia umana. Dovevo capire dove e
come colpire per far fuoriuscire il sangue in un certo modo e in una certa
direzione. Non ti chiedere Enza cosa centri in tutto ciò. Era solo nel luogo
adatto al mio piano. Io le ammazzavo e facevo in modo che il drone le fotografasse
nel momento giusto. Quindi andavo via. E volevo che tu sapessi della mia idea,
perché dovevi essere tentato nel chiedermi di aiutarti in questa indagine. Dopo
Ondina ho guidato le indagini, dapprima scegliendo una persona legata alla
vittima e quindi, approfittando del fatto che, come da piano, mi avessi chiesto
aiuto, sono andato da quel tontolone del Pistucci e lo ho provocato, facendo
credere alla gente che lui mi stesse aggredendo. Se solo avessi saputo che quel
coltello gliel'ho dato io. In ospedale ci sono stato poco, il tempo che tu
seguissi la scia. Ero sempre qualche minuto in vantaggio, rispetto a te, perché
ad un certo punto sapevo che sarei finito in pronto soccorso. Ed ho fatto in
modo che la ferita non fosse a tal punto grave, da costringermi ad
un'operazione. Appena ho capito di poter andare via, sono scappato, tanto non
mi serviva un corpo in perfetta forma. L'operazione doveva chiudersi. E sapevo
che mi avresti chiamato poco dopo aver
fatto fuori la ragazzina. E così è stato! E non appena ho chiuso la telefonata,
mi sono tolto la vita. Ora guarda queste foto."
Sergio era incredulo. Dinnanzi a lui apparve il primo
bigliettino. Solo ora si era reso conto del fatto che alcune lettere erano
insanguinate. Nello specifico la V e la I di Vincenza.
"Ero a conoscenza del fatto che la donna avesse un amante con un nome e
cognome che iniziassero con la lettera T. Te l'ho detto che tutto è stato
studiato."
Ed infatti, nel secondo bigliettino, sanguinavano le
iniziali del nome e del cognome di Taiwo Tokunbo. Nel terzo invece era
ricoperta solo la O di Antonio ed infine nel quarto RIO di Riona, l'ultima
vittima.
"Come tu ben sai ..." continuò quella voce "
... un'artista firma sempre la sua opera". In quell'istante le lettere
insanguinate si staccavano e formavano una sola parola.
VIncenza ondina - Taiwo Tokunbo - antOnio piccolo - RIOna
VI - TT - O - RIO =
VITTORIO
Sergio sentì le energie abbandonarlo.
"Un genio come
me, merita di vivere in miseria?"
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