giovedì 14 giugno 2018

5 danni da "multitasking"




Nel primo articolo che ho pubblicato su Il Condominio, ho sostenuto che ad oggi, per ragioni economiche e sociali, le persone sono condannate a fare tanto e di conseguenza a maturare troppi interessi.

A questo punto c'è da chiedersi se ci sono studi riguardanti ciò e se chi di dovere ha coniato termini ed espressioni adeguate. Ecco dunque 5 studi che dimostrano quanto "strafare" sia pericoloso.

1)IL MULTITASKING CI RALLENTA

Il multitasking è un vero e proprio mito. Gli esperti del mondo del lavoro e delle risorse umane, negli ultimi tempi si sono fatti fieri portatori della società del fare tanto e nello stesso momento, sostenendo che ad oggi ciò sia l'unico modo per rispondere alle esigenze sociali, emerse a causa dei cambiamenti economici.

Nulla di più falso secondo gli studiosi dell'Università di California, i quali parlano in realtà di task-switching ossia di quella pratica dell'alternare con rapidità tante e varie attività. E, secondo i dati raccolti da questi studiosi, questo modo di fare rallenta il nostro cervello, rendendoci col tempo sempre meno efficienti.

La causa sarebbe nel fatto che il cervello in questo modo è spinto a collezionare sempre meno dati, assumendo l'abitudine di memorizzare solo le cose ritenute più utili al proprio scopo. Se sul lavoro ciò aiuta, nella vita di tutti giorni, specie se siamo concentrati su un'unica operazione, può risultare assai deleterio. Col tempo ci renderemo conto di essere più lenti e meno efficace.

2) PERDITA DI CONCENTRAZIONE

Secondo uno studio pubblicato dal New York Times, per le ragioni neurologiche succitate, chi pratica multitasking ha problemi di concentrazione. Quando si stacca infatti dal nostro frenetico lavoro, si ha la mente fin troppo libera e fissa verso un solo fine, che possa essere anche il solo l'ascoltare musica.
Ebbene proprio come un cane a briglia sciolta, il nostro cervello comincerà a vagare nel nulla e questo difetto neurologico potrebbe diventare una terribile abitudine.

3) DIPENDENZA

Altra nota allarmante risulta essere il fatto che il multitasking genera una vera e propria dipendenza. Secondo i ricercatori dell'Università di Stanford, quest'abitudine col tempo diventerà a tal punto consolidata, da impedire al soggetto in questione di poter farne a meno.

4) DEPRESSIONE

I ricercatori dell'Università del Michigan, hanno trovato un nesso profondo fra il multitasking e due patologie ad oggi ricorrenti fra gli adolescenti ossia l'ansia e la depressione. Ad onor del vero c'è da dire che gli studiosi hanno solo trovato un legame forte ed innegabile, ma ad oggi ancora non possono confermare se i disturbi siano causati dal fare troppo o se viceversa chi è affetto da ansia e depressione, cerchi di impegnarsi in tante cose, per alleviare le proprie sofferenze.

In entrambi i casi comunque una società che richiede uno sforzo del genere per dare semplicemente possibilità di realizzazione concrete ai suoi cittadini, si fa carico comunque della responsabilità di poter creare un profondo disagio emotivo o quanto meno di alimentarlo.

5) QUOZIENTE INTELLETTIVO

Persino il Q.I. dell'individuo viene danneggiato dal fare troppo e farlo insieme. A dichiararlo è Daniel Levitin, neuroscienziato, direttore del Laboratory for Music, Cognition and Expertise all'Università del McGill e autore del libro “The Organized Mind: Thinking Straight in the Age of Information Overload.”

Questi ritiene che questo stra fare arrivi a danneggiare la nostra mente a tal punto che il Q.I. di un individuo potrebbe calare di ben 10 punti.

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