venerdì 29 giugno 2018

Che cos'è un anarchico e cosa pensa? Intervista a PierPaolo



Ho deciso, col mio blog, di dare voce ad argomenti a volte bistrattarti dai grandi media. Ideali, tendenze, stili di vita di cui si parla poco e male, nella migliore delle ipotesi, perché spesso non se ne discute affatto.

Anche perché con questo blog voglio dare voce a chiunque, voglio che a parlare sia la gente comune e non solo esperti tra l'altro di frequente estranei all'argomento che loro stessi trattano. Insomma voglio che a discutere di certe questioni ci sia chi le vive e le pratica tutti i giorni.

Prendiamo in analisi proprio l'anarchia e l'anarchismo. In quanti sanno che questi due termini non significano la stessa cosa? Infatti la prima è il fine, l'obiettivo, mentre con la seconda espressione s'indica il mezzo, lo strumento. Quale idea hanno le persone degli anarchici? Su di loro girano tante immagini stereotipate! Corrispondo al vero?

Abbiamo parlato con PierPaolo a riguardo. Si tratta proprio di un anarchico che gestisce anche diversi gruppi e pagine Facebook sull'argomento. Ecco cosa ha dichiarato!

1) Perché ti definisci un anarchico?

Ho cominciato a credere nell'idea anarchica molto tempo fa, e mi sono convinto grazie a Malatesta, Cafiero, Bakunin, Goldman ....

2) Cosa ti ha colpito di questi pensatori?

La differenza con il marxismo,  l'assenza di autoritarismo, di Stato, l'idea di liberi e uguali, il concetto di economia auto gestita, il pensiero fondante di individualità e comunità. Ma  ci sarebbe molto da dire ancora. Fondamentale è il concetto di proprietà = furto. Il capitalismo nasce dalla proprietà.  Altre idee che appresso sono l'astensionismo attivo in quanto il voto è un inganno  e il potere si combatte tutti i giorni.

3) Riesci a farmi un esempio concreto di economia autogestita? Cioè oggi giorno cosa si potrebbe fare per dimostrarne l'efficacia, tramite una sperimentazione reale?

Partiamo dalle società "Gilaniche". L'archeologa Eisler ha scoperto e dimostrato che in realtà, prima dell'invasione indoeuropea, le civiltà vivevano in società egualitarie, non violente, basate sul culto della Grande Dea! Il patriarcato e le classi sociali sono state introdotte appunto da questa invasione solo successiva. Inoltre in Ucraina prima e durante la guerra civile era organizzata in base alle collettivizzazioni dagli anarchici. Tra questi ricordiamo Nestor Machno il quale era un comunista anarchico  che ha vissuto in quel periodo e ne ha scritto parecchio. Anche in Spagna nel 1936 c'erano centinaia di terre collettivizzate,  oltre all'unificazione delle fabbriche gestite dai lavoratori sopratutto in Catalogna. Ci sono esperienze anche più recenti. Le comunità libertarie sono sparse un po' ovunque! In Italia ci sono i così detti "elfi" che vivono in casolari occupati circa 30 anni fa  autogestendo le attività. C'è anche URUPIA comunità libertaria nel salento. Potrei elencartene almeno una decina. Esistono anche scuole libertarie!

4) Anche in Italia?

Si, anche in Italia

5) Queste esperienze libertarie stanno funzionando?

Assolutamente si!

6) Col tempo secondo te questi modelli societari si affermeranno?

Viviamo in una società basata sul controllo economico privato ossia il capitalismo. Il potere decisionale è in mani di privati e dubito che molleranno i privilegi a favore di una maggiore equità sociale. Serve un evoluzione sia di pensiero che culturale seguita da una rivoluzione sociale.

7) Quindi una rivoluzione armata è necessaria?

Se il nemico è lo Stato va abbattuto! Milioni di persone vivono emarginate senza la possibilità di contare qualcosa politicamente. Ecco dove potrebbe nascere un inversione ma come ti ho detto se non nasce una coscienza di appartenenza comune  ribellarsi sarà utopia. Ci tengo a precisare che gli anarchici non sono violenti! L'unica violenza giusta però è proprio quella anarchica. Si tratta di legittima difesa.

8) Se ad es. tutti cominciassero ad unirsi in sistemi che tu mi hai elencato, riuscendo dunque ad autogestirsi, ponendo quindi in crisi il sistema capitalistico, la rivoluzione violenta diventerebbe futile? In altri termini la rivoluzione culturale non potrebbe avere la stessa efficacia di quella militare riuscendo a neutralizzare quest'ultima?

Se per tutti intendi anche gli sbirri, l'esercito e i capitalisti allora si!



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