sabato 4 agosto 2018

Di cosa si occupa il Ministero della Famiglia?


Introdotto dal Governo Conte, il Ministero della Famiglia ha sostituito quello alle Pari Opportunità. Già dalla sua nascita ha attirato dunque uno sguardo di sospetto. In tanti ricordavano infatti le battaglie dell'opposizione del Governo Renzi ma sopratutto il modo in cui erano espresse. La parola famiglia spesso era un'opposizione dialettica, uno scudo sociale atto ad arrestare una presunta crisi dei valori tradizionali nostrani. Un apparente ordine contro un altrettanto effimero caos.

Insomma spaventava e lo fa tutt'ora l'idea che il Governo alle Pari Opportunità, dunque agli stessi diritti per uomo, donna, gay, bianco, nero etc, anteponesse un'anacronistica centralità della famiglia, con tutto ciò che questa espressione può significare. Quest'importanza data poteva tradursi infatti in un determinato ruolo stabilito per le donne e un'avversione per i nemici percepiti come tali ovvero unioni civili, aborto, divorzio e così via discorrendo. Diciamo poi che le ultime dichiarazioni del Ministro della Famiglia Fontana hanno in parte concretizzato questi timori.

Al di là delle recenti polemiche però sappiamo di cosa si dovrebbe occupare un Ministero della Famiglia? Quali sono le sue funzioni? Basta una rapida ricerca sul web per trovare la risposta a questo quesito. Innanzitutto il ministro appartiene ad un organo più complesso ossia il Dipartimento per le politiche della famiglia.

Questo organo collabora con l'Osservatorio nazionale sulla famiglia e redige il Piano nazionale per la famiglia allo scopo di monitorare che le politiche locali, regionali e la stessa politica nazionale si occupi in maniera concreta dei bisogni della famiglia. Iniziative che sono finanziate dallo stesso Dipartimento. Altro problema cardine da risolvere per questo Ministero risulta essere la crisi demografica.

Si occupa poi di sviluppo dei servizi socio-educativi presenti sul territorio, della riorganizzazione dei consultori familiari, di sviluppare l'assistenza familiare, di ridurre i costo dei servizi per le famiglie più numerose. Altro capitolo interessante risulta essere il favorire nel concreto un buon equilibrio fra il tempo da dedicare al lavoro e alla famiglia. Inoltre si preoccupa di sveltire e migliorare il sistema delle adozioni.

Insomma da questo rapido excursus possiamo renderci conto che presa in se e per se l'idea non è affatto malvagia. D'altronde la famiglia rappresenta uno dei motori di una macchina statale. Uno fra tenti però. In primis tutto ciò che abbiamo elencato poteva rientrare nella sfera d'iniziativa delle Pari Opportunità. Tuttavia qualcuno può sostenere che quel Ministero rischiava di essere troppo ampio e che dunque andava coadiuvato da un altro apposito. Su questo sono d'accordo ma allora perché rimpiazzarlo? Perché non affiancare l'uno all'altro, invece di creare uno per distruggere l'altro?

Questo è il problema! Si è dato un supporto notevole alla famiglia ma anche una definizione. Ed invece è il suo significato che è cambiato e che è destinato a cambiare, come tutto ciò che ha prodotto l'umanità del resto. Perché ad oggi famiglia è anche la persona single, le coppie di fatto, le famiglie arcobaleno e lo saranno anche le relazioni poliamorose! Valorizziamola dunque ma accettiamola anche in ogni sua trasformazione.

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