venerdì 24 agosto 2018

Il codice barbaricino sullo sfondo del romanzo "Nessuno è intoccabile" di Thomas Melis



L'indagine targata Il Condominio continua irrefrenabile. Ciò che sta venendo alla luce è una dimensione letteraria contemporanea davvero ricca. Come dimostrerà quest'altra interessante intervista è il nostro territorio, con la sua varietà culturale ed ambientale, a fornire tanto materiale per interessanti spunti letterari.

Oggi abbiamo avuto il modo di chiacchierare con un altro giovane scrittore ossia Thomas Melis. Abbiamo avuto modo di analizzare meglio alcune sue opere tra cui il suo ultimo romanzo "Nessuno è intoccabile".

1) Nel tuo romanzo "Nessuno è intoccabile" delinei un contesto molto oscuro. Due terribili famiglie mafiose si scontrano e nel bel mezzo si eleva un politico senza scrupoli che ne vuole approfittare. Perché hai creato un'ambientazione così pessimistica? Quanto ti ha influenzato il tuo personale contesto sociale? Nel romanzo appaiono poi spiragli di luce?

Inizio dicendoti che le famiglie non sono mafiose, Questo è un punto dirimente in quanto il romanzo sostiene una teoria, che poi è una realtà, molto nota tra chi si occupa di cose della Sardegna, ossia che non ci sia la mafia in Sardegna. Mafia intesa come art. 416 bis del codice penale, e comunque come realtà ben precisa. Il noto sociologo calabrese ed ex vice segretario dell'Onu, Pino Arlacchi ha scritto un saggio con questo titolo "Perché non c'è la mafia in Sardegna", che assieme a "La vendetta barbaricina come ordinamento giuridico" ha fornito le basi teoriche per la stesura della storia.

Chiarito questo punto, ti dico che le famiglie appartengono a una certa criminalità endemica dell'interno della Sardegna e sono impegnate in una faida - una disamistade - decennale che, appunto, dei politici spregiudicati intendono manovrare per sviluppare un progetto speculativo su un tratto di costa fino allora incontaminato.

Ovviamente il contesto sociale in cui sono cresciuto ha influenzato molto la storia.

2) La disamistade è un aspetto sociale che ha colpito anche Fabrizio De André. Si tratta di un fenomeno davvero così diffuso? In cosa consiste nello specifico?

Fortunatamente il fenomeno si è attenuato fortemente negli ultimi decenni ma è anche vero che periodicamente ricompare qualche episodio collegato a una storica disamistade. De Andrè ha dato tanto a questa terra e quindi non sorprende che abbia studiato e raccontato in una canzone questo fenomeno. La disamistade è la guerra tra due famiglie combattuta secondo le regole non scritte del codice barbaricino, un antichissimo insieme di norme che regolavano la vendetta in gran parte della Sardegna. L'influenza del codice barbaricino ha plasmato una certa forma mentis della società sarda e, secondo Arlacchi e altri sociologici, è la principale ragione dell'assenza di un'organizzazione criminale di stampo mafioso nell'isola.

3) Eppure un'ambientazione così oscura da l'impressione che nel tuo romanzo manchino personaggi positivi. E' vero? Se no, quali sono questi personaggi e quale ruolo avranno all'interno della trama?

Il romanzo è fortemente pessimista per quanto riguarda l'umanità, come il mio precedente lavoro, ma questa non è una novità nella narrativa e nelle scienze sociali. Da Machiavelli a Hobbes in tanti hanno visto nell'uomo un lupo per i propri simili, io mi sono semplicemente rifatto a queste scuole filosofiche. Un personaggio positivo però c'è tra le pagine di Nessuno è intoccabile. Si chiama Aurora Mele, una delle donne forti che tirano le fila della storia. Non posso dire che ruolo avrà nella storia ma ricopre una funzione fondamentale: rappresenta l'irriducibilità della società sarda ad accettare i soprusi e le ingiustizie.

4) Pensi che sia questo il freno alla deriva dell'homo homini lupus ossia il contrasto al soppruso? O questa volontà non fa che incrementare il fenomeno?


La natura stessa dell'uomo è homo homini lupus, quindi non esiste un freno a questa deriva. L'irriducibilità, personificata da Aurora Mele, ha però sicuramente impedito che in Sardegna accadessero tante brutte cose che invece hanno avuto luogo nel resto dell'Italia e non solo.

5) In "A un passo dalla vita" però l'ambientazione è una Firenze gelida e violenta. Hai voluto partire da una città estranea alla tua regione di appartenenza per marcare il contrasto fra l'irriducibilità sarda e il resto del mondo? Sei pessimista anche per quanto riguarda il futuro? Qual è l'ultima speranza per l'umanità?

No, non ho scelto Firenze per marcare la distanza tra quello che noi chiamiamo "il continente" e la Sardegna. L'ho fatto perché la conosco e la amo, e perché si prestava come scenario perfetto per la storia di A un passo dalla vita. Ho voluto segnare sì un distacco, ma quello tra me come narratore e la mia terra. Non volevo essere ettichettato come autore sardo che scrive solo si Sardegna e quindi ho voluto che il mio esordio fosse ambientato in un altro luogo. Tagliato il cordone ombelicale sono poi potuto tornare alla mia isola, che è tanto bella da riuscire a oscurare tutto il resto.

Sono molto pessimista per quanto riguarda il futuro dell'umanità e, sinceramente, di speranza non ne vedo tanta attorno.

6) Progetti futuri?

Per il momento spero di aggiungere date al piccolo tour promozionale che quest'estate ha portato Nessuno è intoccabile in alcune librerie ed eventi culturali. A novembre invece uscirà una nuova edizione di A un passo dalla vita, con una nuova veste grafica, attraverso cui spero di far conoscere a tanti lettori il mio romanzo d'esordio. Dovrei poi iniziare a lavorare a un nuovo libro ma diciamo che sono ancora in una fase embrionale a cui dovrà seguire una lunga ricerca prima di poter veramente dare il via ai lavori.



 L'articolo ti è piaciuto? Ti interessa sostenere il progetto? Allora potresti fare due semplici cose per aiutarmi a crescere. Potresti cliccare "mi piace" sulla pagina Facebook del blog ed iscriverti al gruppo ufficiale, in entrambi i casi per non perderti nessuna novità!

Nessun commento:

Posta un commento