lunedì 20 agosto 2018

Se i filosofi fossero nati a Napoli ... oggi: Talete e la nascita della filosofia


"Jesce mmo mmo a rinde all'aqua, ca staje facenno 'o musso viola" Poverina Concetteide, madre di Talete. Proprio non riusciva a capire la fissa che suo figlio aveva per l'acqua. E in realtà non l'avrebbe mai capita del tutto.

Nato a Ghiannes a Teduccio, aveva trascorso gran parte dell'infanzia sulla spiaggia e nel mare lì adiacente, noto come Lidon Mappatellouzos. Poteva restare così tanto tempo immerso nell'acqua, ad osservarla e a farsi lambire dalle onde, che persino le triglie cominciavano a guardarlo con disappunto. E puntualmente sua madre doveva uscire di casa per ricordargli che era ora di pranzo, del bagnetto e quant'altro perché altrimenti sarebbe rimasto lì imbambolato fino a confondersi con le buste dell'MD.

A pranzo era una tragedia!!! L'acqua a tavola veniva messa solo dopo il secondo primo, perché altrimenti passava tutto il tempo a bere, si riempiva lo stomaco e non mangiava niente. Concetteide non era tanto preoccupata della salute del piccolo quanto di tutto quel ben di Zeus che andava sprecato. D'altronde ogni suo pranzo era composto da otto portate che in confronto il Castello delle Cerimonie era un esponente della nouvelle cuisine.

Talete però aveva un cervello abnorme, un ammasso di sinapsi operative 24 h al giorno, in barba a tutte le norme sindacali. Mentre era intento a svolgere la nobile arte "do struscio a Via Foria" sentì un ragazzo urlare al telefono con la fidanzata che lo stava in quel preciso istante lasciando. Furono le sue parole ad illuminarlo:<<Pecchè ... mo' vuo dicere 'o pecché?>>. Quel che pareva l'incipit perfetta di un hit neomelodica, illuminò il suo cervello, accecando la vista dei suoi poveri neuroni pechinesi, abituati all'oscuro delle stanze del loro lavoro.

Perché? Già ... perché? Si tratta del quesito massimo, il motore della mente umana, il fuoco di tutto il sapere. Certo ... ma quale sapere? A quel tempo infatti i suoi compaesani risolvevano ogni dubbio con lo stesso gesto: sfogliando la Bibbia. Ad ogni domanda la risposta era sempre la stessa: Dio. E mentre rimuginava su ciò, per la sua testa frullò questo dilemma: se l'Altissimo non esistesse, dove dovremmo trovare le risposte?

Da lì alla seconda illuminazione il passo fu breve. Se fingiamo che Dio non esiste e che dunque non abbiamo nessuna risposta, cosa accade? Le soluzioni dobbiamo trovarle da soli, senza far affidamento a nessuna soluzione pre impostata, già data. Non abbiamo certezze e queste dobbiamo trovarle noi e non solo. Si dovrà trovarle qui sulla Terra e non al di fuori di essa. Bisogna cioè che una cosa per essere vera deve essere mostrata e dimostrata qui davanti a me.

La mente umana comincerebbe a lavorare sul serio e non troverebbe comode risposte in un libro ma amare verità, difficili da reperire. In quel preciso istante Talete diede alla luce la Filosofia e con se tutto lo Scibile, tutto il sapere umano. Perché quel modello da lui progettato, da quel giorno, sarebbe stato applicato su tutto e avrebbe portato con se alla realizzazione di ogni ramo della conoscenza e della tecnica umana.

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