mercoledì 4 luglio 2018

Amico gay, ti spiego come smetterla di reprimerti


Parto da due presupposti fondamentali. In primis non sono uno psicologo ma una volta ho dato un consiglio ad una mia amica, quindi per l'effetto Conte dovrebbe bastare, no? Seriamente non sono un professionista della materia e come tale ciò non va considerato in termini medici, pena il mio arresto e tante docce con grossi galeotti che non vedono una donna dalla cresima ... ed era una suora!

Ciò significa che questo articolo è inutile? Oh sciocca repressina che non sei altro! Assolutamente no! Ed arriviamo ora al secondo punto. Chi vi parla NON si accettava. Sono quella ragazza di periferia che potreste incontrare per strada, al bar, in una dark room e che dopo un soddisfacente coito potrebbe star lì a sentire i vostri drammi esistenziali, prima di vedervi tornare da vostra moglie!

Insomma questi consigli che sto per darvi sono quelli che io avrei voluto sentirmi dire e che mi avrebbero con buona probabilità chiarito le idee ed evitato inutili sofferenze. Sempre dall'alto della mia esperienza vorrei anche spiegarvi quali sono i segni evidenti della repressione. Si perché non sempre ti renderai conto che stai vivendo male la tua sessualità. Io personalmente ho sempre creduto di accettarmi ma il discorso non è così semplice.

Dunque cosa fare per accettarsi?

1)FREQUENTA AMBIENTI GAY

Sembra una banalità ma è anche vero che non c'è nulla di complesso nella verità. Ed ora che ho guadagnato l'ingresso nei baci perugina, spiego cosa voglio dire. Ho fatto coming out con i miei amici a 15 anni. In che modo? Sono andato al Pride ed ho messo le foto su Facebook! Perché non sono plateale e non mi piace spiattellare la mia felicità ai 4 venti, nossignore! "Aspè furmaggì! Hai detto 5 secondi fa che eri repressa!" Lo so furmaggì, fammi finire di parlare! Dopo aver fatto coming out credevo di essermi accettato e di vivere a pieno la mia sessualità! In che modo? Non frequentavo LGBT, criticavo gli effeminati, cercavo omosessuali solo nelle chat, odiavo tutti ciò che era di moda nel mondo gay, in particolar modo Lady Gaga, non frequentavo ne associazioni ne serate gay, cercavo di non sembrare troppo diverso e quant'altro. Credevo di essere felice ma quel vuoto che era presente in me si faceva sentire a tradimento quando vedevo i miei amici etero conoscersi ed innamorarsi l'un l'altro. L'unica cosa che sapevo dirmi era che ero sfortunato, che agli altri bastava conoscersi all'università, in bar etc mentre io dovevo fare voli pindarici per ritrovarmi solo. Credevo di essere la persona più brutta al mondo ed in fondo, a causa della mancanza di un certo confronto, facevo di tutto per assomigliarci! Un giorno poi, finita una sessione di esami, comincio a frequentare assiduamente ArciGay e grazie a loro mi ritrovai poi alla mia prima serata gay: La Mamada. Ricordo ancora l'ansia! Chissà che diamine mi aspettavo Moira Orfei che facesse perquisizioni anali all'ingresso? Ah inutile dire che ho sempre odiato le discoteche io, anche se ci sono stato mezza volta. Si in generale vivevo di pregiudizi e sentito dire su tutto, persino sulla mia sessualità. Cosa che più volte mi ha ritrovato a desiderare di rinascere etero. Ora non più! Quando entrai alla mia prima serata ricordo con immenso piacere che non fui aggredito da una musica troppo alta. Mi calmai ... e il resto e storia.

2) ACCETTARSI SENZA MA

Come ho scritto in precedenza ero un omosessuale funzionale. Alla stregua cioè di quegli analfabeti funzionali che esclamano "non sono razzista ma ...". "Mi accetto ma non vado alle serate gay, sono per femminelle sbattute". "Mi accetto ma non ascolto Lady Gaga o Beyoncé. Perché mai tutti i gay dovrebbero ascoltare puttan pop?" "Mi accetto ma perché bisogna ostentare?" Questa è una piccolissima lista di tutte le baggianate che un omosessuale funzionale arriva ad esclamare! Non basta dire: sono gay e lo riconosco. Perché accettarsi significa a pieno vivere la propria identità e dunque conoscerla. Ed anche in questo caso il confronto è necessario. Per quanto mi riguarda mi bastò il discorso di un'attivista per farmi aprire la mente: "Cioè ci sono davvero persone convinte che esistano categorie di omosessuali, come se gli effeminati fossero un mondo a parte rispetto agli MxM. Ora mi chiedo io ma fra gli etero non esiste quello più timido, quello più espansivo, quello che pensa solo alla palestra, il nerd, etc?" Poche parole ma ricche di significato! Vi posso dire, cari repressi, cari gay omofobi, cari gay funzionali, che ho cominciato ad amare me stesso quando ho amato gli altri nelle loro diversità. Ed ho smesso di sentirmi solo quando ho appreso il potere del senso di comunità. Quando cioè ho capito davvero l'importanza di un'icona gay, del pride, del trash, dei programmi tv, del commentarli su fb! Ricordo ancora con profondo dolore quando dopo 6 mesi di assenza dall'università, periodo in cui cominciai ad aprirmi al mondo LGBT, rividi un mio vecchio compagno di corso il quale ad un certo punto disse di me ad un altra persona: "No lui non sopporta gli effeminati!" In quel momento fu come vedersi dall'esterno, fu ciò vedersi messo a nudo e fu terribile vedere la distanza che c'era fra il mio nuovo e il mio vecchio me!

3) DISTRUGGI OGNI TUA VECCHIA CONVINZIONE

Sei andato ad ArciGay, hai parlato con un attivista ed è arrivata la tua prima mazzata. Le tue convinzioni vacillano ma hai il pessimo vizio di sorridere, annuire e pensare "Si va beh non posso subito litigare co sto tizio, devo fare amicizie. Io la penso però diversamente" Sei andato alla tua prima serata e se era quella giusta hai visto top e bottom divertirsi, pensare a nulla, parlare fra loro nonostante se non addirittura grazie alle loro diversità. Hai visto tutti cantare sulle note di qualche pezzo di Minaj, con tanto di twerkate a destra e a manca. Hai visto le persone ironizzare su quelle cose che a te invece infastidiscono. Hai visto i ragazzi vivere liberamente la propria sessualità, baciandosi, toccandosi, anche solo per una sera, consapevoli che poi alle 6 del mattino si torna nel proprio paesello filomedievale. Ora devi aggiungere l'ultimo tassello per la tua digevoluzione. Sei passato da Repressomon a Sicarimanonsomon. Ora devi diventare un'imbattibile Sfrantamon. Devi tornare a casa, guardarti allo specchio e dire alla tua immagine riflessa: quanto so scemo! Abbatti ogni tua vecchia convinzione. Vanno eliminate TUTTE. Non deve restare neppure una briciola perché potrebbe tornare a galla in qualche momento di difficoltà. Sai quale sarà la parte più difficile di questa fase? Non tanto la consapevolezza che in passato hai pensato a certe cose ma il fatto che tu le abbia dette. E si, non faccio per scoraggiartelo, troverai quell'imbecille che si avvicinerà a te e sorridendo ti chiederà: "Ma non eri contrario alle serate"? In quel momento gonfia il petto e di: "Solo gli sciocchi non cambiano idea", oscilla la tua invisibile folta chioma e come se stessi sfilando per Dolce&Gabbana va via vittoriosa.

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