giovedì 5 luglio 2018

#Social: Intervista a Commenti Clericabili




Continuiamo con la nostra rubrica #Social. Oggi intervistiamo Walter, admin di un'altra interessante pagina Facebook ossia Commenti Clericabili.

1) Perché avete creato una pagina sui commenti clericabili?

L'idea è nata frequentando assiduamente quelle pagine di "stampo religioso" che agli albori dei social erano ancora poche e disorganizzate. Il fenomeno poi si estese, prendendo le forme più disparate, sempre però restando relegato agli "addetti ai lavori", passando quasi inosservato. Col passare dei cambiamenti e l'avanzare dei social, il fenomeno divenne preponderante e più esteso, sconfinando su ogni pagina e sito d'informazione. Da quel momento la gente si è sentita legittimata ad esprimersi deliberatamente in ogni occasione. Ciò, ha permesso di far venire a galla il lerciume del mondo religioso o in qualche modo ciò che ne è legato ad esso, in qualunque forma si esprimesse, dalle figure porporate ai semplici utenti. Così, dopo anni passati ad osservare e tentare un confronto, mi resi conto della realtà: era come parlare con forme di vita aliene. 

Nessun punto d'approdo, completa incompatibilità, totale incompresione. Alcune idee erano così assurde da far stentare a credere che questa gente parlasse sul serio.
Da qui, l'idea di portare alla ribalta tutto ciò che conteneva quel mondo ai più completamente sconosciuto, con l'intento di sottolinearne soprattutto le incongruenze, la stupidità, la violenza, l'intolleranza, l'ignoranza, l'ipocrisia e... perché no, pure il lato più ridicolo. L'ilarità scaturita da certe affermazioni, è solo l'effetto secondario, l'intenzione della pagina è sempre stata tutt'altro che ironica.
Il nome trae ispirazione da "Commenti Memorabili". Appurato che si trattasse di argomenti in ambito "clericale" bastò storpiare il termine in "CLERICABILE"

2) I social dunque hanno ampliato il bigottismo italiano?

Non proprio. Io credo che l'abbiano fatto semplicemente venire a galla.
Quante volte al bar o tra amici vi è capitato di parlare di "visioni", "apparizioni", "cartoni che danno messaggi satanici", "terremoti come punizioni per i gay"? Credo poco... o probabilmente mai. I social sono la vetrina perfetta, la bacheca universale dove reperire subito "adepti" e sfogarsi con il mondo, incontrando altri bigotti coi quali sostenersi a vicenda, alimentando il fenomeno. Non a caso, le pagine clickbaiting più numerose fanno leva proprio su questa gente, proponendo fake news su miracoli e quanto altro. L'ignoranza permette ai più furbi di approfittarne.

3) Quanto è pericoloso il bigottismo italiano e per quale ragione?

Molto, moltissimo. È un fenomeno che la società ha sottovalutato per anni, girando la testa dall'altra parte o addirittura avallandolo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Il bigottismo è quella pesante palla al piede che ci trasciniamo ancora dietro, che rallenta la civiltà sui più svariati temi sociali ed etici. Dall'eutanasia, alle unioni civili, dall'insegnamento nelle scuole alla laicità (o almeno presunta...) dello Stato, dalle leggi alla politica.
Come si può ancora sopportare, nel ventunesimo, tutto ciò?
Come s'interrompe una catena di ottusità che va avanti generazione dopo generazione, passandosi il testimone?
I bambini di oggi sono i "clericabili" di domani, potremmo continuare per altri duemila anni se non diamo loro la giusta istruzione.

4) Come frenare il bigottismo?

Eh... Bella domanda!
Credo si debba agire su più fronti contemporaneamente. La secolarizzazione, il ricambio generazionale e il crescente accesso alle informazioni ma soprattutto il corretto discernimento di ciò che viene appreso, faranno la loro parte.
Internet è un'arma a doppio taglio. Non tutti hanno le capacità nel districarsi tra  l'immensa vastità di materiale reperibile.
Del resto viviamo nell'epoca delle "fake news", che superano di gran lunga quelle vere, con fonti attendibili.

5) Andiamo ora al nocciolo della questione. La Chiesa partecipa all'arretramento culturale italiano?

Lo si osserva ogni giorno, dalle dichiarazioni dei suoi rappresentanti, all'impegno nel fomentare i propri adepti su certe tematiche.
La Chiesa è una società che vende un prodotto, che fa affari, che investe, che muove ed accumula capitali, che gode di privilegi dei quali non dovrebbe usufruire, che ha un seguito e mira ad averne sempre più, che ha il suo "simbolo" come ogni attività commerciale che si rispetti.
La Chiesa ha il potere d'influenzare e muovere enormi masse di gente, di "venderle"al miglior offerente ed avere quindi voce in capitolo su questioni che non le apparterrebbero. Basti pensare al sistema dell'8x1000, del reato di blasfemia ancora presente, ai professori di religione, ai cappellani militari, ai fondi scialacquati da cardinali e vescovi, dalle ingerenze nel sistema politico e gestionale del Paese. La lista sarebbe lunghissima.

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