giovedì 5 luglio 2018

#Social: Intervista a I vaccini ed altri complotti leggendari


Oggi inauguriamo una nuova rubrica #Social. Vogliamo dare spazio a quelle pagine Facebook ed Instagram di gran successo e cercare di carpirne i segreti. Anche perché spesso si occupano di temi scottanti o con estrema ironia riescono a far emergere aspetti della nostra società che ignoravamo.

Abbiamo iniziato intervistando gli admin di I vaccini ed altri complotti leggendari.

1) Come descrivereste la vostra pagina Facebook?

Satira che tende allo sfottò becero

2) Quali sono gli oggetti della vostra satira? Prediligete qualche argomento specifico?

Principalmente prendiamo di mira l'ignoranza grossolana in materia di vaccini ma ogni tanto allarghiamo il campo d'azione a cose come il terrapiattismo o in generale il complottismo stupido. 

3) Questa ignoranza grossolana è assai diffusa? Da dove prende origine?

Si trova principalmente in gruppi facebook (dove reperiamo la maggior parte del materiale). In genere si tratta di gruppi in cui tutte le persone la pensano alla stessa maniera, quindi si danno conferma a vicenda, ogni qual volta interviene una voce dissenziente, questa viene espulsa. Perciò è facile post con ragionamenti assurdi che sconfinano nel grottesco, confortati da altri utenti che commentano confermando l'opinione espressa nel post principale. Questo "fenomeno" è dovuto principalmente al funzionamento dei social network per cui tutti gli utenti vengono indirizzati, secondo il funzionamento del logaritmo, ad iscriversi in gruppi che sono affini con le idee degli utenti, per cui se Tizio, per esempio va su google a cercare, curare l'otite con il limone, è probabile che facebook lo indirizzi verso un gruppo che si chiama "cure omeopatiche" o "curiamoci naturalmente", per esempio. Poi trattandosi di persone per lo più poco istruite, o istruite ma che sottovalutano le competenze altrui (es. medici, scienziati, ingegneri) avviene la proliferazione di queste idee. Cioé almeno è quello che penso io che, purtroppo, non sono sociologo o antropologo.

4) Nella vita reale il complottismo è un fenomeno diffuso allo stesso modo oppure i social hanno preso il posto delle chiacchiere da bar?

Diciamo che è diffuso un po' meno, non è urlato come su Facebook, ma costituisce una specie di sostrato culturale, per cui capita d'incontrare quello che ti dice "ti devi vaccinare? ma non hai paura?"  o cose di questo genere. Poi ci sono anche le realtà complottiste organizzate, come le manifestazioni dei No-Vax davanti al parlamento, che purtroppo ricevono tantissima attenzione mediatica, anche da intellettuali o giornalisti che sanno pochissimo di quel settore specialistico, e tutto questo sui social network viene ulteriormente amplificato. 

5) Ma rappresenta un pericolo oggettivo il complottismo?

Decisamente, se amplificato e usato come arma di propaganda sì. Perché a forza di essere ripetuto, un concetto viene assimilato. L'esempio più calzante è il falso storico dei protocolli dei Savi di Sion che circolava in Europa fin dal diciannovesimo secolo e che è stato usato da Hitler per scatenare la caccia e lo sterminio degli ebrei. Anche se, occorre precisare, l'antisemitismo è sempre stato parte della cultura europea fino alla fine della seconda guerra mondiale. Questo tipo di complottismo, lo possiamo vedere oggigiorno nel cosiddetto "Piano Kalergi", ma anche appunto nella propaganda martellante contro i vaccini. 

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