lunedì 2 luglio 2018

I vaccini devono essere imposti!


Il discorso relativo ai vaccini e al fatto che negli ultimi anni lo Stato li abbia imposti per legge ha aperto uno squarcio riflessivo che va dalla filosofia morale per giungere a quella politica. Il punto è questo: può lo Stato obbligarmi a fare qualcosa? La risposta sembra scontata. Voglio assassinare una persona e le forze dell'ordine fanno in modo che io non lo faccia.

Quando si parla di vaccini però si rientra in un campo solo (e sottolineo solo) in apparenza un po' meno rigido. Perché si entra nel discorso della cura di se e del fatto che io possa scegliere o meno di preservare il mio stato di salute. Posso essere libero di ingurgitare solo cibo spazzatura dal momento che non mi interessa curare il mio organismo? Sarà una mia libera scelta poter ammalarmi a suon di patatine fritte?

Per quanto riguarda i vaccini poi il discorso si complica, dal momento che garantiscono la cosiddetta "immunità di gregge". Ciò sta a significare che, poiché dal punto di vista scientifico, un bambino nei primi mesi di vita non può essere vaccinato, se il suo debole sistema immunitario entra a contatto con un individuo che ha il morbillo, rischia facilmente non solo di ammalarsi ma anche di farlo in maniera grave e in certi casi fatale!

Dunque la domanda è questa: può lo Stato prevaricare la libertà individuale? La risposta è: che cosa è lo Stato? Perché se lo vediamo come un'impalcatura che deve sostenersi, grazie alla tassazione, agli investimenti e al lavoro dell'individuo, quasi al pari di un'enorme azienda allora la risposta è no! Così come, se questa è la concezione, il welfare state ad es. diventa inutile se non deleterio, in quanto non mi conviene garantire diritti, sopratutto economici, a disabili, ragazze madre e tutto il resto!

La verità storica è però un'altra. I nostri antenati scelsero di unire le forze per un senso di mutuo soccorso. Lo Stato nasce e deve restare una sorta di calderone in cui i cittadini tutti pongono al suo interno le proprie risorse, il proprio lavoro, per ricevere in cambio servizi e tutela, ma sopratutto sicurezza.

Lo Stato deve offrire gli strumenti necessari affinché una persona possa studiare e capire l'importanza del vaccino. Dunque di sicuro il diritto allo studio va potenziato al fine di garantire anche ai più poveri una formazione adeguata e la possibilità di trovare lavoro. Dal momento però che il cittadino, nonostante la possibilità, scelga di non formarsi o non riesca nel suo intento per infinite ragioni che non stiamo qui ad elencare, lo Stato ha l'ulteriore compito di fare in modo che la non conoscenza del cittadino non causi danni alla persona stessa e a chi gli sta intorno.

La Legge non ammette ignoranza, lo Stato si! E per questa ragione chi di dovere deve imporre ciò che è giusto, dal momento che in società alcuni individui sono chiamati a produrre beni per la sopravvivenza della specie umana. E qui si apre un discorso fondamentale, la vera impalcatura di uno Stato, una duplice verità che è stata violentata negli ultimissimi anni ma che affonda le radici nella filosofia novecentesca.

Sto parlando ossia del fatto che in società ognuno ha il suo ruolo e nessuno deve entrare nei confini estranei alle proprie competenze. Ciò è necessario per una ragione semplice. Nonostante il lavoraccio compiuto dalle correnti nichiliste, una verità c'è e su di questa si regola la nostra vita e la nostra morte. Al di la ovvero di ogni giusta riflessione contro il pensiero unico e contro la pericolosità delle masse, è innegabile il nostro respiro così come le leggi naturali biologiche, fisiche e chimiche.

Il medico quindi non deve osare entrare in discorsi architettonici così come l'architetto non deve suggerire che 20 vaccini sono troppi. Lo sa bene chi li ha studiati per anni che sono appena sufficienti! In conclusione quindi sostengo che lo Stato, partendo però da esperti estranei alla politica e all'imprenditoria, dovendo quindi anche finanziare notevolmente la libera ricerca, debba prevaricare la libertà individuale se questa si rivela deleteria!



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